martedì 16 dicembre 2008

The Cure 4:13 Dream

In un centro commerciale deserto trovo l' ultimo dei Cure, prima a 15, 90 (si può fare), partendo dal presupposto che sganciare 20 euri per un ciddì al giorno d' oggi è una follia. Dunque, sto per acquistarlo, do un' altra fugace occhiata ai nuovi arrivi e vedo che tra i vinili c'è The Cosmos Rocks: il lavoro dei Queen con Paul Rodgers (ex singer di Free e dei Bad Company). No grazie. Niente snobismo, per carita, però non me l' accollo. C'è anche l' ultimo dei Kaiser Chiefs, ma il singolo appena proposto, tale Never Miss a Beat stanca, quindi nonostante l' illuminata produzione a nome Mark Ronson glisso. Allo stesso modo dileguommi dai Killers, discorso musicale che volevo approfondire, ma aihmè con l' ultimo album, non con Sawdust del 2007. Mi tentano e parecchio gli AC/DC e soprattutto, gli Stereophonics con la raccolta A Decade In The Sun. Dei gallesi ho praticamente tutto, ma la comodità della tracklist con er mejjo a distanza ravvicinata mi ha fatto vacillare. Fermo restando che in tempi di vacche magre tocca fare scelte, scelgo: vada per il sogno di Smith e della sua combriccola, nuovamente arricchita dagli arpeggi chitarristici di Porl Thompson, suo cognato, per davvero ( nel frattempo in un altro scaffale lo trovo già a 13 euro, miracoli della deflazioni e abbondanza di etichettone gialle).


Si parlava di blocco dello scrittore, diversi magazine davano Robert Smith a corto d' idee, accartocciato su se stesso, manierista e autoreferenziale. Niente di più lontano dal vero. Solo illazioni. A partire dalla trovata di pubblicare 4 singoli anticipatori dell' album (uno al mese, tutti il 13). E sempre parlando di anteprime, bisogna ammettere che The Only One per quanto fresca e accattivante, sa di già sentito: la trama su cui è imbastita vorrebbe essere la stessa della seta, però a conti fatti abbiamo a che fare con l' artificialità del polyestère; gli altri singoli, invece sono meritevoli: Sleep when I'm dead col cantato strafottente e irritante, risale addirittura agli esordi del gruppo, e anche per questo profuma di new wave e darkitudine. The Perfect Boy merita, buona in tutte le sue parti, strofa- ritornello - ponte. Vale soprattutto Freakshow nella sola versione possibile, quella di 4:13 Dream. Quindi senza considerare lo scempio dell' omonimo remix. E a proposito di rivisitazioni, bisogna dire che la peggiore pubblicità che stata fatta all' album ha il nome di Hypnagogic States Ep: 4 pezzi del nuovo lavoro remixati da cialtroni americani che hanno truzzato e violentato l' anima dei brani originali. Sinceramente se prestassi un disco e mi tornasse indietro nella sua versione biodegradabile mi incaccierei come una faina a digiuno da giorni, schiumante rabbia. In puroRage Against The Machine style!!! I Cure avranno semplicemente scrollato le spalle , visto che comunque il ricavato dell' Ep ha finanziato la Croce Rossa americana. Torniamo a noi, Underneath the Stars è la meno immediata e assieme a The Scream costituisce l' ossatura dark del disco, peraltro molto chitarroso. E' eccellente lo stato di grazia della formazione: da tempo non erano così in palla.


Proprio perché nei sogni tutto è possibile, per esempio abitare in California, essere fidanzati con Belen Rodriguez o guidare una cabrio sulla Route 66, allo stesso modo è verosimile (molto di più a onor del vero) che i Cure eseguano la rokkeggiante It’s over suonando come i Pearl Jam bulimici di wah wah: grunge melodico d’ alta scuola. La mia canzone preferita? Siren Song, anche se mentre scrivo questa rece do it yourself sono solamente al primo ascolto e con la voglia di approfondire ulteriormente… Listen and repeat! Questo, vista l’ enorme mole di ciofeche che propongono le major al giorno d’ oggi è una buona cosa. Piacevole, onirica visione d’ arte in chiaroscuro.


Vivisezione di un sogno in 13 parti

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