mercoledì 13 ottobre 2010

Queens of the Stone Age: Rated R

Mi ricordo ancora molto bene di quella recensione letta una decina d'anni fa su un magazine di settore. Al tempo ero in cerca di nuovi eroi, e _devo dirla tutta_ li per li rimasi profondamente deluso. Colpa mia, e della mia scarsa dimestichezza con lo stoner. La critica parlava talmente bene dell'album che a scatola chiusa doveva essere per forza di cose un capolavoro. Anni dopo compresi la portata del mio errore, madornale in primis perché loro, i Queens Of The Stone Age di Josh Homme e Nick Olivieri, eroi non lo sono mai stati per nessuno (forse nemmeno per se stessi), poi perché il capolavoro vero sarebbe arrivato giusto 2 anni dopo con Song For The Deaf e infine perché il resto del disco si discostava profondamente dalla hit The Lost Art of Keeping a Secret, passata addirittura da MTV. Quindi queste erano "solo" prove generali prima del botto. Ciò premesso Rated R era avanti anni luce rispetto a gran parte della scena alternative del tempo. Una creatura strana, spelacchiata e scorbutica, della quale non ci si può mai fidare fino in fondo, nonostante ti attiri con aperture melodiche illuminanti, in qualsiasi istante poi ci si può trovare risucchiati nel gorgo da ossessivi riff ripetuti in continuazione (loro parlarono di robot rock). Una musica schizofrenica, strettamente legata al paesaggio di Palm Desert e Joshua Tree, dove i nostri si divertono ancora a registrare le celebri Desert Sessions. Rated R inizia malato, con Feel Good Hit For The Summer e l'elenco_a dire il vero piuttosto lungo_ cantato con orgoglio delle sostanze di cui hanno abusato registrando il disco. Un inizio poderoso, secondo solo a quello della schizoide Tension Head urlata da Olivieri, il più estremo del gruppo. Il resto del disco è stoner della migliore specie (Monsters in Parasol) inframezzato da piccole "ouvertures", gemme alt rock (come Auto Pilot) condannate a stare in un album "maledetto e bruciato dal sole del deserto": nemmeno la meravigliosa e sublime In The Fade con Lanegan alla voce è lasciata in pace, dato che sul finire ritorna l'eco lisergico e paranoico con cui si è aperto l'album. Dalla follia generale si salva solo la strumentale The Lighting Song. A suo modo Rated R ha segnato un'epoca con un connubio unico e deviante tra stoner, anarco punk, grunge, psichedelia e alternative.

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