giovedì 21 luglio 2011

Primal Scream: Screamadelica

Screamadelica è il capolavoro dei Primal Scream e senza alcun dubbio uno dei migliori dischi degli ultimi 20 anni, Non solo perché ha ridefinito un suono, unendo il rock, l'acid house, il trip hop, ma anche perché ha avuto un impatto fondamentale sul modo di giocare con la musica in quegli anni. Rispetto agli Stone Roses (altri eroi del periodo a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta ) qui la bilancia tende maggiormente all'elettronica: il merito è tutto del producer Andy Weatherhall e delle sue illuminanti intuizioni. Non una caduta di tono, non un momento morto. Screamadelica _ uscito per la Creation Records, la stessa etichetta che lanciò gli Oasis di li a poco _ è perfetto dall'inizio alla fine. Ad esempio, l'ipnotica Come Togheter (il riferimento ai fab four si ferma al titolo) con i suoi 10 minuti e rotti di suoni effettati, synth e voci campionate, nonostante la lunghezza “importante” impone l'ascolto ripetuto in loop. Screamadelica è “sintetica” (Don't fight it, feel it), ma anche concreta e a suo modo classica: nella nebbia delle canzoni emergono richiami agli Stones (l'intro dell'iniziale Movin on up, con le percussioni che rimandano a Sympathy for the Devil, divaga sul tema con un brillante cantanto soul particolarmente riuscito), ai Byrds (il retaggio delle prime acerbe prove del gruppo) e forti rimandi alla musica soul (le voci nere sono frequenti e scaldano numerosi pezzi). Damaged è l'ennesimo jolly pescato dall'ex drummer dei Jesus And Mary Chain. Screamadelica è una creatura mutaforme, frutto di un periodo vissuto pericolosamente per la band di Bobby Gillespie: intervistato da un giornalista su quei mesi “turbolenti” disse di non ricordarsi quasi nulla della genesi dell'album.


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