mercoledì 11 aprile 2012

Foo Fighters: One By One

La storia di One By One è la storia di un album rinnegato almeno un paio di volte: in fase di pre-produzione _ quando Dave Grohl buttò nel cestino la prima versione, giudicata troppo prodotta _ e ad anni di distanza, quando il disco era già stato assimilato e portato in tour. In realtà si tratta del primo vero disco dei Foos del nuovo corso, qui lontani anni luce dal pop del multiplatinum There's Nothing Left To Lose. Questo lavoro costituisce lo spartiacque nella carriera della formazione, affrancatasi definitivamente dal bisogno di visibilità che aveva contraddistinto il loro ultimo scampolo degli anni Novanta e volenterosa di crescere incurante delle mode del momento. Forse ispirato dalla contemporanea collaborazione con i Queens of The Stone Age, l'ex drummer dei Nirvana confeziona un prodotto credibile ed immediato. Il risultato di questa “operazione verità” è di grande valore: senza One By One, il successivo In Your Honour (forse il lavoro più ambizioso del gruppo) non sarebbe mai stato realizzato. La feroce All My Life inaugura nel migliore dei modi una serie di singoli al fulmicotone (The Pretender, White Limo tanto per citare i più recenti“biglietti da visita” degli ultimi capitoli della band americana). Sulla stessa lunghezza d'onda dell'opener single anche Have It All. Il maggior livello di pathos si raggiunge nella ballad Lonely as You, nel secondo estratto Times Like These e specialmente nella conclusiva Come Back, ispirata e sofferta quanto basta. Monocorde ma tremendamente efficace Low, il cui video allucinato, con Grohl e l'amico Jack Black a sfasciare una stanza di Motel, è ancora oggi un must per gli adepti al culto del gruppo.

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