giovedì 12 aprile 2012

The Mars Volta: Noctourniquet

Nati dalle ceneri dei redivivi At The Drive In, i Mars Volta dopo il deludente Octahedron sono finalmente riusciti a risalire la china con un lavoro di grande livello. Guidati da Omar Rodriguez Lopez e Cedric Bixler-Zavala, sono alfieri di un prog rock schizioide: è come se il Santana dei 60/70 dopato di anfetamine suonasse alla velocità della luce assieme ai King Crimson. In questo Noctourniquet hanno finalmente trovato la via per rendere l'album assimilabile all'ascoltatore in tempi quasi ragionevoli. Il tutto senza eliminare le consuete stratificazioni sonore, con provocazioni (chitarre registrate al contrario, strumenti a volte in dissonanza tra loro, cambi di tempo e d'atmosfera repentini), ma a differenza del pretenzioso Amputechture, senza fare il passo più lungo della gamba e garantendo coesione, logica e sorprese. Molochwalker, ai mille all'ora improvvisamente frena e ti sbatte contro un muro accompagnato dai riff convulsivi di Lopez, mentre Cedric si diverte a fare Robert Plant. Vedamalady e Imago sono ballad che consegnano la miglior prova del cantante, dai tempi del classico Televators (2003). Un drumming puntuale e un timido approccio con l'elettronica sono le fondamenta della title track che regala altri chours epici, mentre Aegis suona _ specie nella parte iniziale _ come i Radiohead (!) Con questo disco (un concept basato sul mito greco di Giacinto e su un "cattivo" dei fumetti americano) i Mars Volta trovano il giusto compromesso tra la forma canzone e la loro bulimia sonica.

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