mercoledì 4 luglio 2012

Smashing Pumpkins: Oceania

Oceania potrebbe essere l'ultimo album degli Smashing Pumpkins. Non solo in senso cronologico ma definitivo. Corgan è stato chiaro, in caso di flop, addio zucche. Dichiarazione da prendere con le pinze, si sa, il nostro fa e disfa che è un piacere. Sciolto inizialmente il gruppo nel 2000 con Machina, dopo il fulmine a ciel sereno degli Zwan e dopo la sfortunata parentesi solista, l'autore di Siamese Dream ci riprova. Ripartendo proprio dal capolavoro assoluto della formazione, riferimento massimo del nuovo corso. Oceania, segue il monolitico Zeitgeist dei 2007 e riallinea il gruppo alle dinamiche tradizionali di vendita (i dischi “fisici”) giudicate superate giusto qualche mese fa da Corgan. Nucleo del progetto/chimera Teargarten By Kaleidoscope (serie di lp scaricabili on line) Oceania è un mare magnum di (auto)citazionismo. Fortunatamente “Zero” ha scelto bene cosa aggiornare del proprio backing catalogue. E pazienza per la “supercazzola” di Billy: Nicole Fiorentino, la miliardesima bassista donna non è la bambina raffigurata nella cover di Siamese Dream. L'alone del vecchio capolavoro si materializza in una manciata di canzoni. Un mezzo miracolo, senza D'Arcy, Iha e Chamberlin, (a tratti scimmiottato dal talentuoso drummer Mike Byrne). Nonostante la diabetica Pinwhells vada evitata senza indugi, il resto, dall'iniziale, massiccia, arrabbiata Quasar è di ottima fattura, così come Pale Horse, sorretta da una linea di basso vicina ai Cold War Kids. The Chimera e Inkless sono il lato solare di Cherub Rock. Una parziale riscatto per chi ha scritto pagine di storia, pagine che purtroppo non torneranno più. Infinite Sadness.

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