giovedì 22 novembre 2012

Soundgarden: King Animal

Da adepto al “culto” dei Soundgarden mi sono avvicinato a King Animal con sensazioni contrastanti: sospetto e curiosità per il nuovo corso, riconoscenza per il loro glorioso passato e paura nel dover ammettere un ipotetico _ in questo caso scongiurato _ tonfo artistico. Dalla reunion del 2010, dai secret gig come Nude Dragons (anagramma di Soundgarden), ai tour mondiali fino alla retrospettiva Telephantasm, King Animal è partito da lontano. Ora che _ per stessa ammissione di Cornell _ “la ricreazione è finita” abbiamo tra le mani un ibrido tra Superunknown e Down on the Upside, ma senza brani “assoluti”. Ad aprire i giochi Been Away Too Long, più che un titolo un modo per scusarsi con i supporter della band “ a secco” da 15 anni. Assieme a Non-State Actor e alla marziale By Crooked Steps rompono gli indugi all'insegna di un hard rock intelligente e ben calibrato, ma è solo con la quarta traccia, A thousand Days Before che Kim Thayil colora di sonorità orientali ( vi ricordate la bonus track del '94 She Like Surprises?) la canzone, dando il la a quelle venate psichedeliche trade mark delle ultime prove targate Soundgarden. Blood On The Valley Floor _ nel tentativo di riconnettersi a Superunknown _ testimonia l'amore per i Sabbath dei nostri. La voce di Cornell seppur scalfita dal tempo è ancora immensa, e dove non si arriva più ci pensa il mestiere. Bones of Birds è una spettrale ballad rassegnata, mentre Black Saturday regala il miglior riff dell'album, non a caso inserito nel promo dell'Lp. Inedito (e forse inutile nell'economia complessiva del prodotto) il pop di Halfway There, comunque gradevole. L'ultima zampata di King Animal, arriva con il trittico Worse Dreams (dove Cameron e Shepherd si distinguono per la loro compattezza), Eyelid's Mouth (con l'ospitata di Mike McCready) e assoli di chitarra come se piovesse e Rowing, che si congeda nel migliore dei modi.

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