martedì 2 aprile 2013

Miss Chain & The Broken Heels: The Dawn

Il country di Calcutta o il brit/western (un ossimoro, ma funziona!) di It's Gone sono piacevoli divagazioni sul tema, un garage pop che rimane in testa dal primo ascolto, in cui il collettivo si mette a disposizione, senza virtuosismi di sorta, ricercando ora la melodia perfetta ora una precisa atmosfera _ qualcuno ha parlato di sunshine pop anni Sessanta. The Dawn, è stato prodotto dalla band con il producer Pierluigi Ballarini (The R's) al T.U.P Studio di Brescia e se la gioca alla pari con le fatiche di gruppi americani o inglesi senza troppi patemi. Concepito in due settimane, testimonia un momento creativo cruciale per il gruppo, ormai con tutti i requisiti per imporsi in giro per il mondo. Da marzo infatti, partirà quello che potrebbe essere il loro neverending tour: Italia, Europa, Usa, Canada e Giappone. The Dawn guarda ai The Coral più bucolici e tradizionalisti, all'indie delle Dum Dum Girls, al brit dei The La's _ tanto per fare qualche nome _ proponendo il tutto in maniera autonoma e personale, senza inutili dispersioni. La cantante Astrid evoca le 4 Non Blondes di Linda Perry in Quack, bypassando il pericolo di una stantia seduta spiritica. Ancora lei in Little Boy rilancia le intuizioni revival country/mainstream di Lilly Allen e della sua Not Fair. La strumentale Lazy Tide, con i suoi riverberi introduce alla conclusiva In Rainbow. Il brano si chiude sulle note di una musica da circo, finito lo spettacolo, arrivano i titoli di coda su un lp leggero un prodotto intelligente e ben calibrato.  

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